Milan

È bastato un gol al fotofinish di Messias, uno solo, per riaccendere una speranza che solo ieri pareva ormai sul punto di estinguersi. Con ancora una partita da disputare nell’ultimo turno della fase a gironi di Champions League, il Milan può ancora staccare il pass per gli ottavi di finale. Bravi gli uomini di Pioli, che hanno espugnato il Wanda Metropolitano mentre, ad Anfield, il Liverpool aveva la meglio sul Porto ridisegnando la classifica del gruppo B. Gli inglesi, già qualificati da primi, sono a punteggio pieno con uno stacco invidiabile: 15 punti, 15 gol fatti, 5 subiti. Le altre tre se la giocano: Porto 5 punti, Milan e Atletico 4. Pioli, però, rispetto alle due avversarie può vantare una miglior differenza reti, con -2: i lusitani sono a -5, gli spagnoli a -3. Si deciderà alla fine insomma, quando i rossoneri ospiteranno i Reds a San Siro.

 

MilanAl Wanda regna il nervosismo: entrambe le squadre sanno bene che un eventuale passo falso, a questo punto, potrebbe fare malissimo. Sono poche le emozioni che scandiscono il ritmo del primo tempo, e ancor meno le occasioni: una sola, capitata sul destro micidiale dell’ex Udinese De Paul, peraltro vanificata da un fuorigioco di Carrasco. Costretto a vincere, nella ripresa il Milan fa all in con Ibrahimovic e Messias, subentrati a 20 minuti dalla fine agli ormai stremati Krunic e Giroud. È proprio nel finale che i rossoneri si accendono, sfiorando il clamoroso vantaggio al 72°: le new entry confezionano un’occasione nitidissima per Bakayoko, ma Savic sventa tutto a Oblak battuto.

 

L’appuntamento col gol è solo rimandato di un quarto d’ora. È infatti l’87° quando Messias firma la sua prima marcatura con la casacca del Milan, ad oggi forse la più pesante della sua carriera: pregevole l’incornata del brasiliano sul traversone di Kessié, meno la disattenta difesa dell’Atletico, che colpevolmente lo lascia solo in area. Nel recupero c’è ancora spazio per le emozioni: i rossoneri sfiorano il raddoppio ma a Ibra non riesce il tap-in vincente sul tiro di Bennacer respinto da Oblak, sul ribaltamento di fronte sono poi gli spagnoli a sciupare il clamoroso pareggio con lo smarcatissimo Cunha. Il triplice fischio del signor Vincic ha il dolce suono della liberazione: il Milan c’è ancora.

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