Il totale paradosso di una squadra reduce da un complicato avvio di stagione, magnete di critiche forse troppo affrettate e ingenerose. Eppure, di fronte al pubblico di uno Stadium tornato a scaldarsi delle atmosfere della Champions dopo le porte chiuse per la pandemia, la Juventus fa festa grande e mette al tappeto nientemeno che i campioni in carica del Chelsea. Soddisfazione nella soddisfazione, l’aver avuto conseguentemente la meglio anche su Romelu Lukaku, grande “nemico” visti i recenti trascorsi all’ Inter (senza scordare Italia – Belgio di Euro 2020): Bonucci, autore di una prestazione esemplare, l’ha praticamente cancellato dalla partita insieme a de Ligt.
Curioso che due tra i migliori in campo siano proprio i giocatori che qualche settimana fa vennero fortemente criticati dal loro mister. Eppure, la risposta sul campo de Ligt e Chiesa l’avevano data già nella trasferta spezzina, andando entrambi in gol e regalando alla Juventus i primi 3 punti di un campionato iniziato certamente non sotto la migliore stella. Già, Chiesa: perché è proprio l’ex viola, trascinatore di una fase offensiva orfana di tutti i suoi alfieri (Dybala e Morata, KO, guardano dalla tribuna, mentre a Kean Allegri preferisce Bernardeschi falso 9), a siglare il colpo della vittoria che vale anche il primo posto del girone dopo appena 10 secondi dal fischio d’inizio del secondo tempo.
Ma è una Juventus praticamente irriconoscibile, lontana parente rispetto a quella spenta vista in campionato. Lo si intuisce non soltanto dalla statistica dei gol subiti, per la prima volta a zero in questa stagione, ma anche dalle numerose occasioni-gol create per il raddoppio. Clamorosa quella sciupata da Bernardeschi, che getta alle ortiche un clamoroso cross volante di prima intenzione di Cuadrado. Non pervenuto l’attacco del Chelsea, che prova a colpire soprattutto da fermo senza però riuscire quasi mai a trovare gli spazi giusti: detto per Lukaku, anche Havertz viene arginato senza grosse difficoltà.