Seconda sconfitta consecutiva per la Juventus, che dopo lo snodo cruciale di campionato contro il Napoli perde anche il match decisivo contro il Porto nell’andata degli ottavi di finale di Champions League. È crisi nera per Andrea Pirlo, che nel giro di pochi giorni potrebbe aver compromesso irrimediabilmente sia le residue chance scudettate che la possibilità di staccare il pass per i quarti della massima competizione europea. Un KO, quello del Dragao, mitigato soltanto dalla zampata finale di Federico Chiesa, che in qualche modo tiene vive le speranze di una Juve troppo brutta per essere vera, troppo disattenta e deconcentrata. I due gol del Porto arrivano a freddo, uno per tempo, entrambi generati da una certa mollezza difensiva: una notizia, se si pensa che l’impermeabilità della retroguardia è da anni la caratteristica sulla quale la Vecchia Signora ha fondato i suoi recenti successi.
Eppure basta un solo minuto a Taremi per affondare il colpo: Bentancur commette un errore da non credersi in fase di disimpegno, serve il pallone all’attaccante iraniano che, a tu per tu con Szczesny, non può sbagliare. La Juventus accusa il colpo, non riesce a costruire occasioni e alla mezz’ora perde anche Giorgio Chiellini: il capitano, costretto a uscire per un problema muscolare, sarà valutato nei prossimi giorni. Nella ripresa, al Porto bastano neanche 20 secondi per tramortire nuovamente un avversario ormai in balia delle proprie incertezze: i lusitani mettono insieme diversi passaggi di fila, in area viene servito Marega che, libero di colpire di punta, supera nuovamente Szczesny. Pirlo prova a raddrizzare la gara con i cambi, ma solamente nel finale i suoi ragazzi riescono ad imbastire qualche azione degna di definirsi tale. Ad accorciare le distanze ci pensa quindi Chiesa, bravo ad aprire un piattone destro sul palo distante approfittando di un bel passaggio di Rabiot. A Torino i bianconeri saranno costretti a vincere senza subire gol.