Si è ormai conclusa la trentaseiesima edizione della Royal Rumble, il pay per view targato WWE che, di fatto, avvia l’attesissima road to WrestleMania. L’evento è stato complessivamente accolto in maniera positiva, con un paio di vincitori tutto sommato prevedibili ma che hanno entusiasmato gli oltre 50.000 spettatori accorsi in quel di San Antonio.
Proprio la Rumble maschile apre a sorpresa la serata texana, e dopo una settantina di minuti di rissa i pronostici non vengono disattesi: è Cody Rhodes l’ultimo superstite, seguendo un copione che pareva già scritto fin dal suo ritorno in WWE allo scorso Showcase degli Immortali. Per l’occasione la federazione predilige il “gioco” delle coincidenze: gli ultimi due sul ring sono l’American Nightmare e Gunther, entrati rispettivamente con il numero 30 e il numero 1, gli stessi numeri dei vincitori delle due precedenti Royal Rumble (Brock Lesnar col 30 lo scorso anno, ed Edge con l’1 nel 2021). Curiosità: alla contesa hanno partecipato solamente 29 atleti, visto che Rey Misteryo, attaccato dal figlio Dominik nel backstage, non ha potuto effettuare il proprio ingresso.
Serata che prosegue agevolmente con il Pitch Black Match tra LA Knight e Bray Wyatt, che segna il ritorno sul ring dell’ex Guru a un biennio di distanza dall’ultima volta. Sfida coreografata, non convincente se paragonata agli elevati standard sfoderati da Wyatt nella sua carriera, ma che si riprende dopo la sua scontata vittoria grazie all’intervento del misterioso Uncle Howdy. Più telefonata la difesa titolata di Bianca Belair, che respinge l’assalto di Alexa Bliss alla cintura femminile di RAW senza troppi patemi.
Scoppiettante l’altra rissa reale, forse la migliore fin qui proposta dalla divisione femminile. A vincere è Rhea Ripley al termine di una sontuosa prestazione (entrata con il numero 1, sette eliminazioni per lei), ma non sono mancati gli spot e i ritorni memorabili: su tutti quello di Asuka, che sembra aver rispolverato il vecchio personaggio di Kana. Infine, chiude l’evento Roman Reigns, che conserva l’Undisputed WWE Universal Championship contro Kevin Owens. Entusiasmante il finale, con l’attesissimo turn di Sami Zayn finalmente attuato sul Capotribù: per lui e il Prizefighter la road to WrestleMania verso i titoli di coppia, e verso il possibile annientamento della Bloodline, sembra essere iniziata.