Higuain

È oramai andata in porto una delle trattative più clamorose della storia recente del calciomercato italiano. Una vera e propria maxi operazione, come l’hanno definita i maggiori organi di stampa, che ha portato Gonzalo Higuain e Mattia Caldara in rossonero, alla corte del Milan. Viceversa, Leonardo Bonucci ha eseguito il percorso inverso, facendo ritorno alla Juventus dopo un solo anno.

 

HiguainSi tratta, inevitabilmente, di un affare a dir poco incredibile, e che non trova precedenti analoghi in Serie A. Tuttavia, a questo punto il quesito sorge spontaneo: considerando sia gli aspetti tecnici che economici, chi ci ha guadagnato di più tra Juventus e Milan? E per quale motivo?

 

In verità, se inevitabilmente un’operazione di simile portata rivela numerosi pro e contro, si può dire che la trattativa sia stata vantaggiosa per entrambi i club. Anzitutto, va considerata la condizione della Juventus: la Vecchia Signora, con l’arrivo all’ombra della Mole di Cristiano Ronaldo, aveva assoluta necessità di vendere Gonzalo Higuain. Non soltanto per un discorso prettamente economico, onde evitare di finire sotto la lente di ingrandimento del fair play finanziario: ma anche per una questione tecnica, dal momento che, con l’innesto del portoghese, il Pipita si era trasformato in un esubero, una riserva di lusso.

 

Ecco perché, la cessione di Higuain al Milan per 55 milioni di euro complessivi (cifra che, di fatto, permette di non registrare minusvalenze sul bilancio bianconero), con conseguente risparmio sull’ingaggio del giocatore, per la dirigenza piemontese diventa persino una considerevole boccata d’ossigeno. Di contro, il club rossonero, che al momento per ovvi motivi non è comunque considerabile come una rivale diretta della Juventus (che, dunque, rinforza una squadra contro la quale difficilmente sarà in lotta per il titolo nella prossima stagione), guadagna un attaccante di livello mondiale, con una formula peraltro vantaggiosa (prestito con riscatto) soprattutto in vista dei recenti problemi societari e finanziari.

 

Si passa poi all’ancor più spinosa questione circa lo scambio tra Bonucci e Caldara, avvenuto a parità di valutazioni, per 40 milioni di euro. Anche in questo caso parliamo di vantaggi reciproci: la Juventus, che comunque lo scorso anno non aveva ancora a disposizione il classe ’94 (e, dunque, sotto il profilo tecnico una sua cessione non comporta alcuna conseguenza), riabbraccia il centrale viterbese. Giocatore che non soltanto aveva fatto bene in bianconero (e, dunque, rappresenta anche il classico usato sicuro), ma che offre ad Allegri anche la possibilità di impostare il gioco dal basso: fattore, questo, che nella passata stagione si era rivelato più volte problematico, in assenza di difensori inabili ad agire come registi. Il tutto, registrando una grossa plusvalenza per Caldara, con Bonucci che, solo lo scorso anno, era stato ceduto per 42 milioni di euro (anche in quel caso fu un’ottima plusvalenza).

 

Di contro, il Milan perde forse un giocatore di grande carisma ed esperienza internazionale, che inserito nel giusto contesto può tornare ad essere fra i migliori centrali del pianeta, ma acquisisce uno dei migliori talenti difensivi del continente europeo: un colpo che, in prospettiva, considerando la differenza di età tra Bonucci e Caldara, può rivelarsi eccellente. Da non tralasciare neppure la plusvalenza fatta registrare sul bilancio (Bonucci fu appunto acquistato lo scorso anno a 42 milioni di euro con contratto quinquennale, e rivenduto adesso a 40 milioni di euro), oltre al consistente risparmio sull’ingaggio. Il problema, semmai, è sul profilo tecnico: l’ex atalantino, infatti, pur a fronte di un grande talento, dovrà fornire conferme sul campo, per dimostrare di esser valso lo scambio.

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