La quattordicesima giornata del campionato di Serie A è appena iniziata, ma, in qualche modo, è anche già finita. Il decimo successo consecutivo del Napoli (il dodicesimo in totale), contestualmente al pareggio che ha bloccato il Milan a Cremona, lancia definitivamente Luciano Spalletti verso una fuga solitaria: il +8 sulla seconda in classifica avvalora ulteriormente le credenziali scudettate di una squadra che, finalmente, sembra pronta a cogliere la grande occasione. Le altre sono troppo lontane: ammesso che vincano le rispettive partite, Lazio e Atalanta possono portarsi al massimo a -9 dai partenopei. Il ritardo di Juventus e Inter è addirittura più grande: i bianconeri possono andare al massimo a -10, i nerazzurri a -11.
Potrebbe, insomma, essere l’anno del Napoli. Ma anche l’anno buono per spezzare l’egemonia delle tre sorelle: eccezion fatta per lo Scudetto del 2005, revocato alla Vecchia Signora e non più assegnato dopo lo scandalo Calciopoli, è dal 2001 che una squadra diversa da Juventus, Milan e Inter non vince il campionato italiano. Allora fu la Roma a dar festa grande per le strade capitoline, sovrascrivendo di giallorosso un tricolore che soltanto l’anno prima era stato cucito sulle casacche della Lazio. Per risalire all’ultimo Scudetto del Napoli, bisogna andare ancora più indietro: più precisamente al 1990, annata che, de facto, segnò il canto del cigno dell’esperienza in Campania di Diego Armando Maradona.
Un Napoli che conferma nuovamente segnali incoraggianti di maturità, battendo il tabù Empoli in una partita rivelatasi assai più complicata del previsto. Ancora senza la rivelazione Kvaratskhelia, out per infortunio, Luciano Spalletti attinge dalle risorse presenti in panchina per conquistare 3 punti preziosissimi. Politano e Raspadori hanno le polveri bagnate, e allora ecco che Lozano e Zielinski, subentrati a 25 minuti dalla fine, la risolvono: il messicano prima segna il rigore del vantaggio, poi serve l’assist al polacco per il 2 – 0 finale. Nel prossimo turno, l’ultimo prima del lungo stop-Mondiale, sarà la volta dell’Udinese.
Pari a reti inviolate invece per il Milan, privo degli squalificati Giroud e Theo Hernandez. Pioli lascia fuori anche Leao per farlo riposare, ma Origi non ha la stessa pasta del numero 17. Del belga, fin qui inconsistente con la maglia rossonera addosso, ci si ricorda di un gol annullato per fuorigioco e di poco altro. Lui e De Ketelaere, subentrato nella ripresa e nuovamente evanescente, sono la manifestazione del fallimento del mercato estivo del Milan. È lì, oggi, che si misura la differenza con il Napoli. Una differenza che vale 8 punti.