Le velleità bianconere in Champions League si spengono qui. La terza sconfitta della Juventus sulle quattro gare fin qui disputate, stavolta ad opera del modesto Maccabi Haifa, sprofondano la Vecchia Signora direttamente all’ultimo posto del girone, e, soprattutto, con le sue certezze completamente demolite. Un KO devastante, figlio di strascichi ormai strutturali e che, a sua volta, è stato foriero di ulteriori notizie negative. Il nuovo infortunio occorso ad Angel Di Maria, costretto a lasciare il campo nel primo tempo, equivale di fatto all’ultima proverbiale goccia, quella che fa traboccare il vaso.
È bastata una doppietta di Atzili, confezionata prima dell’intervallo, per stendere una Juventus totalmente incapace di opporre alcuna reazione. Il 2 – 0 finale, anzi, sta anche stretto al Maccabi, che sempre nella prima frazione di gara costruisce altre occasioni per arrotondare il risultato. Dove non ci arriva Szczesny, poco reattivo sul vantaggio iniziale, ci pensa l’incrocio dei pali a salvarlo. Male Dusan Vlahovic, per l’ennesima volta: un’altra prestazione ectoplasmica per il serbo, a onor del vero mai adeguatamente servito soprattutto dopo l’uscita di scena del Fideo.
Svanite le speranze degli ottavi di finale, adesso la Juventus deve cercare di salvare il salvabile, e portare a casa quantomeno un pass per l’Europa League. Anche questa, però, assomiglia ad una mission impossibile: difficile immaginare che una squadra così priva di nerbo possa collezionare punti contro Benfica e Paris Saint Germain, che nelle partite di andata hanno già mostrato tratti di una superiorità imbarazzante rispetto ai bianconeri. Esplicative le parole di Andrea Agnelli a fine partita: il presidente della Juventus ha parlato di “vergogna”, ma sostanzialmente ha ancora una volta confermato Max Allegri, parlando di responsabilità condivise ad ogni componente della società. Intanto, pur salvandosi dalla graticola, l’allenatore bianconero ha invocato il ritiro fino al derby col Torino. Ma sarebbe difficile immaginarlo ancora sulla panchina della Juve, se neppure lì arrivasse la svolta.