All’indomani del pareggio casalingo contro la Salernitana, e alla vigilia del delicato impegno di Champions col Benfica, non si placano le polemiche in casa Juventus. Un avvio di stagione a dir poco controverso per la Vecchia Signora, che fin qui ha raccolto poco, dimostrando che i problemi già emersi negli scorsi anni sono ben lungi dall’essere risolti. Gli strascichi lasciati dal signor Marcenaro, suo malgrado direttore di una gara ricca di episodi discutibili, ha sollevato ulteriori dubbi sull’effettiva efficacia del VAR: uno strumento che avrebbe dovuto cancellare quantomeno gli eventi declinati da criteri oggettivi, e che invece sta trasformando in commedia farsesca uno sport che tra emergenza covid e debiti elefantiaci sta già attraversando una serie di problemi difficilmente risolvibili.
Una direzione, quella della classe che ha arbitrato Juventus – Salernitana, che in qualche modo ha celato l’ennesima prestazione indecorosa da parte dei bianconeri, dominati per un tempo intero, spesso passivi e impalpabili sia negli errori collettivi che in quelli individuali. Da Allegri a Sarri a Pirlo all’Allegri-bis, le cose non sono cambiate. Certo, l’allenatore livornese ha dalla sua l’alibi degli infortuni: già nelle passate stagioni la Continassa era stata paragonata a un lazzaretto, ma è difficile spiegare una situazione che, quando siamo ancora a inizio settembre, vede un pacchetto di otto giocatori KO: Kaio Jorge, Aké, Rabiot, Locatelli, Szczesny, Chiesa, Di Maria e Pogba, vale a dire un terzo dell’intero organico bianconero. E proprio la mala gestione del centrocampista francese, operatosi solo 45 giorni dopo l’infortunio subito nella tournée americana, in qualche modo fotografa il declino che la società sta attraversando a tutti i livelli.
Così, in un quadro tutt’altro che edificante, quello contro il Benfica diventa un test da superare a tutti i costi, un crocevia fondamentale. Soprassedendo su un gioco che fin qui fatica a ingranare, non battere i lusitani per la Juventus significherebbe compromettere in maniera forse definitiva il superamento del girone, e, di conseguenza, l’intera annata bianconera. Un lusso che Allegri non può più permettersi, a prescindere da VAR o arbitri.