L’ultima gara prima dell’attesissimo inizio del Campionato Europeo, il cui esordio è fissato per il prossimo venerdì 11 giugno presso lo Stadio Olimpico di Roma, regala un altro sorriso all’ Italia di Roberto Mancini. Gli Azzurri, reduci dal 7 – 0 rifilato a San Marino, seppelliscono anche le velleità della Repubblica Ceca con una prova incoraggiante, rafforzata da un ulteriore record conquistato dal commissario tecnico: nessun allenatore nella storia della nazionale aveva infilato otto partite consecutive senza subire reti. Frutto di una fase difensiva attenta e solida, ma più in generale di una squadra consapevole dei propri mezzi e forte di un’identità oramai acclarata.
Nel giorno del trentesimo compleanno di Lorenzo Insigne, proprio il folletto napoletano illumina il Dall’Ara con delle giocate importanti, ma anche con un gol e con due assist. È tutta l’ Italia in generale ad esprimere un concetto di gioco convincente, fatto di fasi posizionali e di pochi tocchi di palla. Il 4 – 0 alla Repubblica Ceca lo testimonia, e riporta indietro ad antiche statistiche: è dal 1929 che gli Azzurri non segnavano così tante reti alla nazionale che al tempo era la rappresentativa della Cecoslovacchia. Curioso che, anche in quel caso, la sfida venne disputata a Bologna, nello stadio all’epoca noto come “Littoriale”.
Le danze vengono aperte da Ciro Immobile, al suo centro numero 13 con la casacca azzurra: il centravanti della Lazio si candida come titolare per Euro 2020, con Belotti pronto a subentrare. Il raddoppio porta la firma di Nicolò Barella, che conferma il grande stato di forma di una stagione che l’ha consacrato nel calcio dei grandi. Dopo il sigillo di Insigne, è Berardi a chiudere i conti capitalizzando una grande ripartenza. Per l’attaccante del Sassuolo sembra l’investimento definitivo, anche in vista Europeo: Berardi è sempre andato a segno nelle ultime quattro gare giocate con l’ Italia, con altrettante marcature realizzate.