Inter scudetto

Le mani dell’ Inter sempre più strette attorno allo Scudetto. A quattro giornate dal termine, più il recupero col Bologna ancora da disputare, la differenza per i nerazzurri la fa il calendario: Udinese, Empoli, Cagliari, Sampdoria. Avversari non certo irresistibili, almeno sulla carta. La successione del Milan è, viceversa, potenzialmente devastante: dopo la Lazio dell’ex Simone Inzaghi, i rossoneri dovranno vedersela contro Fiorentina, Verona, Atalanta e Sassuolo. L’ago della bilancia poteva essere Mourinho, che della storia interista ha scritto una delle pagine più memorabili. Ma anche quello che un tempo era noto come “Special One” ha alzato bandiera bianca, eclissandosi di fronte alle scorribande di Lautaro e compagni.

 

Inter scudettoMicidiale, in questo senso, l’azione che ha portato al vantaggio nerazzurro. Dimarco, Perisic, tacco di Lautaro, rifinitura di Dzeko, lancio in profondità di Calhanoglu per Dumfries: quattro tocchi tutti di prima, una gioia per gli occhi. La retroguardia giallorossa è sventrata, e proprio il terzino olandese timbra il cartellino indirizzando l’inerzia della sfida. Grande prova, quella di Dumfries. Ancor più se si pensa al difficile avvio di stagione, quando l’investitura dell’eredità di Hakimi pareva solo una chimera. L’ex esterno del PSV si è rifatto con 5 gol e 4 assist, uno score niente male per la sua prima stagione meneghina.

 

Il raddoppio è di Marcelo Brozovic, un faro non solo nella metà campo nerazzurra. Il metronomo dell’ Inter si riscopre fondamentale anche in fase offensiva: entra dal vertice sinistro dell’area capitolina, ne porta a spasso quattro e poi insacca sul palo lontano. Immobile Rui Patricio, serata complicatissima per il portiere lusitano. Nella ripresa, l’incornata di Lautaro mette una lapide sulle speranze Champions della Roma e, probabilmente, un’ipoteca sulla seconda stella nerazzurra. L’assist, da calcio d’angolo, è nuovamente di Calhanoglu. Neanche la stagione del turco è da sottovalutare: con 7 reti e 11 assistenze, non ha fatto rimpiangere troppo Eriksen. Mkhitaryan rende meno amara la debacle mourinhana, fissando sul 3 – 1 il risultato finale. Domani tocca al Milan, ma la capolista, intanto, se ne va.

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