Sarri Juventus

In un fresco sabato di febbraio torna ad essere fatale Verona, e a caderne vittima è nientemeno che la capolista Juventus. I bianconeri, che già da qualche tempo hanno messo in mostra una condizione tutt’altro che invidiabile, incassano la seconda sconfitta nelle ultime tre partite dopo quella subita a Napoli, e offrono il fianco scoperto per l’affondo dell’ Inter: i nerazzurri, nel caso in cui dovessero battere il Milan nel derby di San Siro, aggancerebbero proprio la Juve in vetta alla classifica di Serie A.

 

Sarri JuventusChe le cose non si sarebbero messe bene per la Signora lo si era intuito già nella prima frazione di gara: la manovra bianconera è impacciata, le azioni pericolose dalle parti di Silvestri scarseggiano, e in più ci si mette anche la sfortuna. Nel primo tempo infatti Douglas Costa vede strozzarsi in gola la gioia del gol a causa di una traversa, mentre nella seconda frazione di gara è un palo a negare la rete a Cristiano Ronaldo. Pur tuttavia è proprio il portoghese, a segno da dieci partite di fila, a regalare il momentaneo vantaggio ai compagni: il lusitano scatta sul filo del fuorigioco, vince l’uno contro uno con un difensore veronese e supera Silvestri con un destro in controtempo.

 

Si tratta, però, di una gioia fugace. L’ennesimo errore dei bianconeri in fase di appoggio (Pjanic sul banco degli imputati) spalanca a Fabio Borini un’autostrada, e l’esterno in prestito dal Milan batte l’incolpevole Szczesny con un destro sul secondo palo. Il crollo della Juventus si fa definitivo negli ultimi minuti: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Bonucci si oppone a un colpo di testa avversario con un braccio, inizialmente non ravvisato dal direttore di gara. La chiamata del VAR, tuttavia, scioglie qualsiasi dubbio: è calcio di rigore, che il veterano Pazzini (altro attaccante ex Milan, stasera indiretto esecutore dei bianconeri) trasforma con freddezza sancendo il definitivo 2 – 1. Grasso che cola per il Verona, sesto. Per la Juventus, è il terzo KO in campionato, il secondo nelle ultime tre gare: un principio di crisi.

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