Siamo appena alla metà del mese di febbraio, eppure il campionato di calcio di Serie A, a circa tre mesi dalla sua naturale conclusione, sembra aver già espresso un verdetto che, pur non essendo ufficiale, difficilmente potrà essere ribaltato. Forte di un vantaggio di ben 13 punti sulla più diretta inseguitrice, la Juventus ha praticamente posto un’ipoteca che pesa come un blocco di cemento, circa la conquista del suo ottavo titolo consecutivo. Il Napoli, infatti, che pure ha provato ad opporre una stoica resistenza, alla fine è stato costretto a cedere allo strapotere bianconero: i partenopei, alla lunga, hanno consumato quelle energie fisiche e mentali necessarie per tenere il passo con una squadra che invece non sbaglia (quasi) mai un colpo.
La Juventus, effettivamente, su ventiquattro partite di campionato è incappata in appena tre pareggi: 6 punti appena, a fronte dei 66 portati invece a casa. Un bottino che ha dell’incredibile, che fino a questo momento rappresenta un record e che, a fine stagione, in proiezione potrebbe regalare alla banda di Allegri un nuovo primato. Nel mirino, infatti, ci sono i 102 punti che sempre la Juventus, sotto la gestione di Antonio Conte, riuscì a mettere insieme nel 2014.
Che fosse difficile adeguarsi ad un simile ritmo era un’impresa praticamente impossibile, anche se il Napoli comunque ce l’ha messa tutta, per rendere meno banale un torneo dall’esito quasi scontato. La prematura uscita dalla Champions League e dalla Coppa Italia, tuttavia, unitamente ad un calciomercato invernale che, anziché potenziare i ranghi a disposizione di Carlo Ancelotti, gli ha portato via un faro ispiratore come l’ormai ex capitano Marek Hamsik, è parso un attestato di impotenza: una dichiarazione di resa, di fronte ad una compagine inarrestabile come la Juventus.
L’ultima battuta d’arresto, ironicamente, si è incarnata in una delle squadre storicamente più lontane dai colori bianconeri: il Torino, acerrima rivale nonché “cugina” della stessa Juve. Uno 0 – 0 che avrebbe potuto trasformarsi addirittura in una beffa atroce per il Napoli, se nel finale Aina non avesse sprecato un clamoroso contropiede. Ma cambia poco: 13 o 14 punti, la distanza con la capolista sarebbe stata troppa in qualsiasi caso.