Lukaku Vertonghen Belgio

Fuori Hakimi e Lukaku, dentro Dumfries e Dzeko. Non esattamente il migliore dei risvegli nerazzurri alla vigilia di un campionato che sarà vissuto da campioni d’ Italia per i tifosi dell’ Inter, già orfani di Antonio Conte e costretti a rinunciare, almeno per qualche mese, anche all’estro di Eriksen. L’indomani del 19° Scudetto è tutt’altro che roseo per una squadra che auspicava di condurre un mercato da regina, avviando una campagna di rafforzamento per diventare competitivi anche in Europa. I debiti accumulati da diverse gestioni poco assennate, e la recessione causata dal covid, hanno evidentemente compromesso quelle speranze. Costringendo la dirigenza nerazzurra ad optare per un vero e proprio ridimensionamento.

 

Lukaku Vertonghen BelgioSe quella di Hakimi al PSG era una cessione sì dolorosa, ma considerata comunque necessaria e in qualche modo anche prevedibile, l’addio di Lukaku è piombato sulla realtà interista come un fulmine a ciel sereno. Ancor di più perché il possente attaccante belga, classe ’93, aveva più volte dichiarato amore al club meneghino, baciando lo stemma in campo e ribadendo più volte – anche a seguito dell’avvicendamento in panchina tra Conte e Simone Inzaghi – la ferrea volontà di restare. Troppo forti evidentemente le lusinghe del Chelsea, che per riportare a casa il figliol prodigo ha dovuto spalancare il portafoglio: 115 milioni di euro all’ Inter, 12 milioni annui (più 3 di bonus) al giocatore fino al 2026. Tutti contenti. Tranne i tifosi nerazzurri, ovviamente.

 

Già sbarcati a Milano, i sostituti di questi due grandi campioni stanno facendo discutere, e per motivi contrapposti. Dumfries, erede di Hakimi, è in realtà più vecchio del marocchino: classe ’96 contro classe ’98. Una scelta anagrafica a perdere, ma che ha destato qualche perplessità soprattutto in chiave tecnica: Dumfries è sì un esterno affidabile, ma tanto al PSV quanto nella nazionale olandese non sembra aver mai dato l’impressione di essere un giocatore per il quale strapparsi i capelli. Il suo impatto sulla Serie A, insomma, sarà un’incognita.

 

Diverso il discorso per Edin Dzeko, centravanti di grande eleganza, fisicamente forte, dotato di elevazione e pulizia nel riciclo dei palloni, ma che a 35 anni già compiuti non offre più garanzie sul piano atletico: la scorsa stagione, con solo 7 timbri su 27 presenze, è stata la peggiore dal punto di vista realizzativo da quando è arrivato alla Roma, oltretutto costellata da diversi infortuni. Non potrà essere il solo bosniaco, dunque, a raccogliere il pesante testimone di Romelu Lukaku: urge almeno un altro rinforzo per non avere rimpianti già a gennaio.

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