Andrea Pirlo Juventus

Con Angel Di Maria e Paul Pogba, la Juventus ha completato gli ennesimi innesti di parametri zero dell’era di Andrea Agnelli. Per il francese, si tratta addirittura della seconda volta: la prima risale al lontano agosto del 2012, quando l’allora direttore generale Beppe Marotta, avendone seguito le prodezze giovanili, lo rilevò da svincolato dal Manchester United.

 

Andrea Pirlo JuventusCome scritto, si tratta solo degli ennesimi innesti a parametro zero, non i primi. In effetti, negli ultimi lustri, la Juventus con questa formula ha portato all’ombra della Mole una lunghissima serie di colpi. Alcuni di questi non sono riusciti a imporsi secondo quello che il loro pedigree prometteva. Altri, invece, sono facilmente emersi come dei crack assoluti. Il risultato finale è quello di una formazione sbalorditiva, che nell’undici titolare sarebbe in grado di giocarsela praticamente con chiunque.

 

Tra i pali troviamo Gigi Buffon, tornato alla Juventus come svincolato nell’estate del 2019, dopo l’anno non felicissimo al Paris Saint Germain. Il leggendario portierone bianconero ha trascorso altre due stagioni a Torino, alle spalle di Szczesny, nelle quali ha avuto modo di collezionare nuovi record e titoli. In difesa, partiamo da Dani Alves: il brasiliano, arrivato dal Barcellona nel 2016, ha fornito un contributo determinante nella sua unica annata in bianconero. Seguono Lucio, giunto dall’Inter nel 2012 ma senza incidere, e Andrea Barzagli, in realtà rilevato dal Wolfsburg per una cifra irrisoria (circa 300.000 euro), ma consolidatosi nei suoi otto anni juventini come uno dei difensori più forti mai tesserati dalla Vecchia Signora. Completa la retroguardia Emre Can, jolly prelevato a zero dal Liverpool nel 2018, e rivenduto un paio di anni dopo per garantire una grossa plusvalenza.

 

A centrocampo, già detto per Paul Pogba, troviamo anche Andrea Pirlo e Sami Khedira. Il primo, dopo lo scandalo Calciopoli, è stato il perno sul quale la Juventus ha ricostruito la propria leggenda. Giunto dal Milan nell’estate del 2011, il “Maestro” in quattro anni è stato un leader silenzioso. Destino analogo per il tedesco: scaricato nell’estate del 2015 dal Real Madrid, a Torino ha vissuto una seconda giovinezza, condendo le sue 145 presenze con 21 gol.

 

In attacco, il nome più altisonante è quello del succitato Di Maria. Il Fideo, in quello che dovrebbe essere il suo unico anno sotto la Mole, dovrà essere la mente in grado di armare i piedi di Dusan Vlahovic. L’altro esterno è il francese Kingsley Coman, liberato troppo a cuor leggero dal Paris Saint Germain nel 2014. A Torino l’ala transalpina ha mostrato solo sprazzi del proprio talento, per poi consacrarsi in Baviera dalla stagione successiva. Infine, la prima punta: Fernando Llorente, ex ariete dell’Athetic Bilbao che per un biennio, tra il 2013 e il 2015, ha costituito un tandem offensivo temibilissimo insieme a Carlitos Tevez. In panchina troviamo Neto, Rabiot, Ramsey e Anelka.

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