Il determinante crocevia europeo della Juventus si trasforma, per l’ennesima volta, in una cocente delusione. I bianconeri si stringono attorno ad uno stoico Cristiano Ronaldo, ma la doppietta del campione lusitano è inutile ai fini del passaggio ai quarti di finale di Champions League. Vano il 2 – 1 della Vecchia Signora fra le mura amiche dell’Allianz Stadium: in virtù dello 0 – 1 subito nel match di andata, a staccare il pass per la fase successiva è la squadra francese, che ai quarti affronterà il Manchester City di Pep Guardiola. Le Grandi Orecchie si allontanano ancora una volta da Torino, e dalle prese di una squadra che troppe volte ha accarezzato il sogno, per poi vederlo sfumare proprio a un passo dalla consacrazione.
Lo svantaggio del gol fuori casa, tuttavia, non riassume in maniera adeguata l’evidenza con la quale la Juventus è stata eliminata dalla competizione. Perché il Lione era fermo da diversi mesi a causa dell’emergenza coronavirus, e soprattutto non era all’altezza, almeno sulla carta, della società piemontese né da un punto di vista tecnico, né di immagine né tanto meno economico. I valori in campo tuttavia hanno confermato le grosse difficoltà palesate dalla squadra bianconera nelle ultime uscite: eccezion fatta per l’immensità di Cristiano Ronaldo, ultimo a gettare la spugna in una serata maledetta, ciò che resta dell’armata di Sarri è una marmaglia informe e incapace di esprimere un concetto di gioco. Veramente troppo, troppo poco per ambire alla corona della Champions League.
E così, il rigore trasformato da Depay al 12° per un fallo pressoché inesistente è il preludio di quella che sarà la brutta serata di Torino. Sempre su penalty (anche in questo caso molto dubbio), Cristiano Ronaldo firma il gol del pareggio al 43°, per poi trovare il sorpasso al 60° grazie ad una micidiale bordata da fuori area. Il resto della squadra, però, non c’è: Dybala entra al 71° ma dopo una decina di minuti è costretto ad alzare bandiera bianca per il riacutizzarsi del proprio infortunio. Lopes non corre più alcun pericolo, e a festeggiare alla fine è il Lione. Per la Juventus adesso è giunto il momento delle riflessioni. E chissà che a pagare dazio non sia proprio Sarri.