Toccherà attendere fino a lunedì sera per sapere se l’ Italia di Roberto Mancini riuscirà a tornare protagonista in un’edizione dei campionati mondiali. Nella cornice dello Stadio Olimpico di Roma, che prima del fischio d’inizio omaggia la memoria di Giampiero Galeazzi, gli Azzurri impattano ancora una volta sulla Svizzera sprecando malamente il match point che avrebbe ipotecato Qatar 2022: rimarrà il rammarico per quel calcio di rigore fallito da Jorginho proprio al 90°.
Italia che si presenta con la formazione ampiamente pronosticata alla vigilia: gli infortunati Chiellini, Verratti e Immobile vengono rilevati rispettivamente da Acerbi, Locatelli e Belotti. Per il resto, vanno in campo i giocatori già ammirati all’Europeo. Anche la Svizzera è fortemente falcidiata, ma i ragazzi di Yakin sentono l’odore del sangue e all’11° azzannano già la preda: gli Azzurri si lasciano trovare impreparati sulla ripartenza elvetica, l’ex Udinese Widmer dal limite spara una bordata micidiale che Donnarumma riesce solo a sfiorare: è lo 0 – 1 che gela i tanti presenti nella serata romana.
Non è la solita Italia: forse anche per le insistenti voci sul suo futuro, Insigne sembra avulso dalla manovra; Belotti e Barella mostrano i segni dell’usura provocata dai recenti guai fisici, e anche il compasso di Jorginho appare meno preciso del solito. Disinnescata persino l’esplosività di Chiesa, ci pensa allora un difensore a salvare la situazione esprimendosi in una circostanza a lui insolita: il gol del pareggio, firmato in mischia da Di Lorenzo al 36° sugli sviluppi di un calcio da fermo (con il benestare del VAR).
Nella ripresa i ritmi si abbassano ulteriormente, tanto che le occasioni faticano ad arrivare da ambo le parti. La migliore ce l’ha comunque l’ Italia, che proprio al fotofinish vede schizzare oltre la traversa il pallone calciato da Jorginho dagli 11 metri. In Irlanda del Nord occorrerà una mezza impresa: una vittoria con il più ampio scarto possibile di gol. La pena potrebbe essere il ritorno di un incubo: quello del 2018.