Con la caduta interna del Milan contro un Napoli riscopertosi cinico (10 punti sui 12 disponibili nelle ultime quattro gare per la squadra di Gattuso), e una Juventus ormai distante dalla vetta e costretta a fare i conti con l’ennesimo fallimento europeo, l’ Inter sembra sempre più lanciata verso quello Scudetto che sulla sponda nerazzurra della Madonnina manca dal lontano 2010: era il glorioso anno in cui la compagine meneghina completò un memorabile triplete, brillante seppur malinconico epilogo dell’esperienza di José Mourinho sulla panchina nerazzurra. Dopo quel filotto di successi, l’abisso: la velleitaria affermazione del Milan nel 2011, e il successivo dominio della Vecchia Signora, sono diventate delle costanti in una narrazione, quella dell’ Inter appunto, che nell’ultima decade ha vissuto uno dei periodi più avvilenti della sua storia sportiva.
A interrompere la grande depressione nerazzurra potrebbe essere Antonio Conte, che dopo aver sfiorato l’impresa nella scorsa stagione (con una finale di Europa League persa al fotofinish e un platonico secondo posto in Serie A), sta guidando l’ Inter verso una cavalcata sontuosa e virtualmente inarrestabile. I numeri parlano chiaro: Lukaku e compagni sono riusciti a mettere insieme otto vittorie consecutive, attualmente vantano il miglior attacco del torneo (65 gol realizzati), la seconda miglior difesa (26 reti subite, dietro solo alle 22 della Juventus), e la miglior differenza reti complessiva. Benché al termine del campionato manchino ancora 11 gare (con il recupero tra Juventus e Napoli ancora da disputare), il vantaggio accumulato sulle inseguitrici sembra garantire un’ipoteca importante agli uomini di Conte: il +9 sul Milan, falcidiato dagli infortuni e prosciugato nelle energie anche dall’impegno in Europa League, e il +10 su una Juventus mai così sottotono nelle ultime nove stagioni, equivalgono a un margine che ad oggi appare difficilmente recuperabile. Il resto starà tutto all’allenatore nerazzurro, che nel suo triennio juventino aprì un ciclo dimostrando di sapere come si fa a vincere. Quello stesso Conte che, ironicamente, potrebbe interromperlo inaugurando una nuova egemonia.