Non si placano gli animi dei tifosi nerazzurri, dopo la bomba deflagrata nella giornata di ieri e pronta a incendiare un ambiente già scosso dagli addii di Antonio Conte e Hakimi. Il ridimensionamento del progetto dell’ Inter è sotto gli occhi di tutti, ma l’ultimo boccone, con l’ormai quasi scontato addio di Romelu Lukaku, sarà particolarmente amaro da digerire. L’attaccante belga, reduce da un biennio straordinario all’ombra della Madonnina, avrebbe accettato la corte del Chelsea. E la società meneghina, d’altro canto, pare essersi rassegnata a dar via il pezzo più pregiato del suo scacchiere, l’uomo – più di ogni altro – decisivo per la conquista del 19° tricolore griffato dal biscione.
Troppo allettante, d’altronde, il ricchissimo assegno che i londinesi si sarebbero decisi a staccare per rivestire “Big Rom” di blu. Un’offerta irrinunciabile per l’ Inter, che per motivi di bilancio, nonostante la vittoria dello Scudetto e il conseguente approdo in Champions League, è stata costretta a mettersi sul mercato per far cassa. Evidentemente non è bastata la cessione di Hakimi al Paris Saint Germain, per una cifra peraltro vicina ai 70 milioni di euro. Ma c’è di più: stando a quel che si apprende da diverse fonti – tra le quali l’autorevole voce di Gianluca Di Marzio – sarebbe stato lo stesso Lukaku a levare l’ Inter da ogni imbarazzo, comunicando il desiderio di tornare al Chelsea.
A questo punto, non rimane altro da fare che attendere l’ultima, decisiva offerta da parte del club di Abramovic: i nerazzurri, che hanno rifiutato un primo affondo di circa 110 milioni di euro (incluso, a quanto sembra, il cartellino di Marcos Alons), sono disposti ad accettare una cifra vicina ai 130 milioni, dai quali sarebbe esclusa ogni contropartita tecnica. L’offerta, con ogni probabilità, verrà formalizzata già nelle prossime ore. Una grande plusvalenza per l’ Inter, che però dovrà fare i conti con la rabbia dei propri sostenitori, e al contempo dovrà far fronte a un problema non da poco: sostituire un giocatore rivelatosi insostituibile, per di più a neanche tre settimane dall’inizio della nuova stagione.