Un mese di pausa per evitare la bollente canicola estiva, e poi via per il rush finale. La Formula 1 si prepara per il momento clou della stagione, che stabilirà chi sarà il nuovo campione iridato. O il vecchio, nel caso in cui, come appare assai probabile, Max Verstappen dovesse riconfermarsi sul trono del numero uno del mondo. Il vantaggio che l’olandese ha fin qui accumulato sugli inseguitori è a dir poco abissale, pressoché incolmabile. Il primo della lista è Charles Leclerc, che accusa un ritardo di ben 80 punti. Un’ipoteca praticamente inattaccabile per il pilota di Red Bull, la cui scuderia è peraltro vicina anche al titolo costruttori.
Effettivamente, a soli nove gran premi dalla conclusione del campionato mondiale di Formula 1, e soprattutto ragionando su quanto assistito fino a questo momento, la grande incognita è rappresentata dalla Ferrari. Il Cavallino ha proposto la vettura più competitiva di questa annata, ma i reiterati errori del muretto, uniti ad una certa inaffidabilità e a qualche défaillance dei corridori, hanno letteralmente gambizzato le ambizioni dell’intero team. Basti pensare a quanto accaduto in Ungheria, quando Leclerc e Sainz, partiti rispettivamente secondo e terzo alla griglia, sono scivolati fuori da un podio dominato da Verstappen, che nelle qualifiche era arrivato addirittura decimo.
Considerando virtualmente non più raggiungibile né la vetta della classifica piloti, né quella dei costruttori, a questo punto alla Ferrari sono richiesti due compiti essenziali. Il primo è di conquistare almeno i piazzamenti d’onore, per dare conferma, quantomeno in termini di risultati, ai progressi mostrati rispetto alla scorsa stagione. In seconda battuta, di correggere i numerosi errori sciorinati fino a questo momento, minimizzare le perdite, e mettere finalmente in atto strategie funzionali e fruttuose. Fare esperienza, insomma. In modo che, a partire dalla prossima stagione di Formula 1, la Ferrari possa tornare a recitare il ruolo che storicamente le compete.