Il campionato mondiale di Formula 1, giunto alla sua sessantanovesima edizione, era cominciato nel migliore dei modi per la Ferrari. La scuderia italiana, reduce da diverse stagioni molto deludenti, auspica di poter finalmente tornare alla vittoria con il suo battaglione di piloti: Vettel e Raikkonen, che con tanti alti e qualche basso aveva ben figurato nei primi due gran premi di quest’anno. Da lì, appunto, i due trionfi del corridore teutonico, in Australia prima e in Bahrein poi: un ottimo auspicio.
Le qualifiche per la corsa in Cina sembravano poter dare una continuità a questo trend, con Vettel e Raikkonen capaci di spingere di nuovo al massimo le proprie Ferrari. La gara, tuttavia, si è rivelata essere molto meno semplice: un po’ per una serie di strategie rivelatesi poi sbagliate, un po’ per il prepotente ritorno di Daniel Ricciardo (fra le grandi delusioni dei primi due gran premi, stavolta vincitore), un po’ per alcune manovre semplicemente sciagurate di altri piloti.
Se, infatti, i pit-stop realizzati con tempistiche troppo tardive avevano finito per sfavorire le Ferrari di Vettel e Raikkonen, lanciando, invece, le prepotenti avanzate di Bottas e Ricciardo (un po’ più in sordina Hamilton, ancora a secco di successi in questo mondiale di Formula 1), a coronare il mezzo disastro ci ha pensato Max Verstappen. Il secondo pilota di Red Bull, al 44° giro, finisce per speronare letteralmente il povero Vettel, costringendolo così a perdere numerose posizioni e, di conseguenza, punti importanti.
Alla fine, il tedesco della Ferrari termina la gara con un deludente ottavo posto, e, pur mantenendo il primato nella classifica piloti, vede accorciarsi notevolmente il vantaggio costruito ai danni di Hamilton (quarto a fine corsa). Secondo Bottas, terzo Raikkonen. La Rossa, oltretutto, perde anche la testa nella classifica piloti, in favore proprio della Mercedes: la casa dalle frecce d’argento, infatti, scavalca i rivali italiani di un solo punto, portandosi a 85 (contro gli 84 punti della Ferrari).