Gli strascichi della Supercoppa con conseguente esultanza polemica dopo il gol infilato all’Udinese, sembrano aver consumato lo strappo definitivo della storia d’amore tra Dybala e la Juventus. Le prestazioni altalenanti in campo, gli infortuni sempre più frequenti, e il continuo temporeggiamento nel rinnovare il contratto in scadenza, hanno prodotto delle frizioni che a questo punto appaiono insanabili. La Vecchia Signora sa che il ciclo si è concluso, deve cercare di tamponare i conti in rosso, e a questo punto inizia a chiedersi se abbia senso rinnovare il suo numero 10 con tanto di aumento ingaggio a prescindere dai suoi meriti in campo.
I dubbi della dirigenza bianconera sono consolidati dai numeri di Dybala, che nelle ultime stagioni sono stati poco compatibili a quelli di un profilo di alto spessore internazionale: 5 gol in campionato nella stagione 2018-2019, 11 in quella successiva, solo 4 in quella scorsa. Non che in Champions League la situazione sia più felice: nel medesimo lasso temporale l’argentino ha messo a segno 9 marcature complessive, riuscendo a raggiungere al massimo i quarti di finale senza quasi mai brillare.
La difficile convivenza con Cristiano Ronaldo, che nelle sue tre stagioni all’ombra della Mole ha monopolizzato lo sterile gioco bianconero, ha depresso ulteriormente le qualità di Dybala, messo a dura prova anche da numerosi infortuni e da diverse voci di mercato. La Joya si è riscoperta via via sempre meno decisiva, specialmente nelle occasioni che più contavano. E il “guanto di sfida” lanciato alla dirigenza nell’ultimo match casalingo non è proprio piaciuto alla cricca di Agnelli, già restia nel garantirgli i 10 milioni stagionali richiesti dal suo agente.
Sullo sfondo si starebbe così profilando il blitz di Beppe Marotta, che a questo punto potrebbe provare a portarlo all’ Inter a titolo gratuito. L’offerta nerazzurra si aggirarebbe tra i 7 e gli 8 milioni all’anno, cifra comunque inferiore a quella richiesta da Dybala. Ma che, a Milano, potrebbe trovare uno stimolo in più: ripartire da zero. Per dimostrare, a sé stesso più che agli altri, che a 28 anni non è ancora un giocatore finito.