Immobile lazio

Ciro il Grande è tornato. Non parliamo, tuttavia, dello storico sovrano persiano, ma del bomber della Lazio, che certamente non ha fatto del nomen omen la propria peculiarità. Ciro Immobile, infatti, non pare essere mai stato così mobile, e a beneficiarne, naturalmente, è stata l’intera formazione biancoceleste: che, pur essendo uscita alleggerita dal mercato estivo, con le perdite di due elementi chiave del calibro di Biglia e Keita, gioca un calcio a dir poco perfetto, che in questo primo scorcio di stagione ha garantito 7 punti in campionato (su 9 totali disponibili) e, soprattutto, una Supercoppa Italiana.

 

Immobile lazioProprio il trofeo, conquistato ai danni della corazzata bianconera della Juventus, ha in qualche modo palesato le rinnovate ambizioni di Immobile (con una doppietta rifilata a Madama), che in appena sei match tra Serie A, Supercoppa e Nazionale, ha fin qui messo a segno ben 7 reti. Un bottino importantissimo, e che però è contestualizzato anche nei movimenti stessi dell’attaccante di origini napoletane, che se non segna riesce a far segnare.

 

Una cosa che è parsa più che mai evidente nel match vinto contro un irriconoscibile Milan, e durante il quale la stella di Immobile ha brillato come non mai: 3 gol, 1 assist, su 39 palloni toccati in totale. Tradotto, significa che la Lazio ha segnato un gol ogni dieci tocchi di palla della sua punta di diamante, una statistica a dir poco clamorosa, e che con un pizzico di fortuna in più sarebbe anche potuta diventare più ampia.

 

In prospettiva, potrebbe diventare la miglior stagione di tutta la carriera di Immobile, che già lo scorso anno si fece segnalare con 26 gol segnati su 43 presenze tra Coppa Italia e campionato. Un’annata da stakanovista, e che però quest’anno dovrà essere per forza di cose ridimensionata da Simone Inzaghi: in primis perché la Lazio dovrà disputare anche l’Europa League, e quindi le partite da giocare saranno ancora di più. In seconda battuta, perché Ciro il grande vorrà essere anche al meglio in vista dei Mondiali di Russia 2018. Facile, dunque, immaginare maggior spazio per le sue riserve, Djordjevic e Caicedo.

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